Il lascito alla SS. Annunziata di Francesco Orazio dei Medici (1797)

Il balì Francesco Orazio dei Medici nacque nel 1732 da Tommaso Gaetano di Ottaviano di Ferdinando e da Teresa Ottavia di Iacopo di Ferdinando Nerli. Fu uno degli ultimi della sua casata che derivava dal ramo detto di Francesco di Giovenco.
Visse come figlio e nipote di gran signori, cavalieri di Santo Stefano e anch’essi balì. Fu cavaliere di Malta a partire dagli anni ‘50 del settecento. Morì nel 1793 e, nonostante gli onori della casata, a leggere i documenti, lasciò in difficoltà finanziarie i suoi eredi. Va detto d’altronde che all’epoca la nobiltà fiorentina non fu particolarmente favorita dai granduchi lorenesi e tantomeno soccorsa nei suoi bisogni.
Francesco Orazio si sposò nel 1774 con Giulia di Lorenzo Biliotti ed ebbe un figlio maschio, Ottaviano, nato nel 1779 e deceduto nel 1801. Giovane sfortunato, nel 1794 mise in liquidazione per debiti il patrimonio Medici ereditato.
Ebbe anche tre figlie. Anna Giuseppa morì, forse bambina, nel 1792 ed è nota solo per la carta che ne parla. Venne seppellita nel chiostro grande della SS. Annunziata “sopra il cancellone della cappella dei Sette Beati” per speciale favore dei Padri e con partito conventuale del 18 ottobre, in quanto, secondo le leggi vigenti, non era possibile farlo nella cappella di famiglia in basilica.
Questa cappella aveva il titolo di Santa Maria Maddalena (ora dell’Addolorata, nella navata di destra entrando in basilica), ed era stata condotta da Orlando dei Medici già dalla metà del secolo XV. Ospita ancora i bei sepolcri dei principali esponenti della casata.
Le altre due figlie di Francesco Orazio giunsero alla maggiore età e al matrimonio: Giulia, sposò Giovanni Girolamo Spada patrizio romano e di Terni; e Carlotta si unì dal 1804 al cavalier Giovan Francesco Lenzoni. Fu, quest’ultima, una donna colta, amica di Giacomo Leopardi e ammirata nel mondo intellettuale fiorentino e italiano perché promosse l’arte, la letteratura e la politica nel suo ‘salotto’ del palazzo di via Verdi. Si occupò anche di ciò che le competeva all’Annunziata, cioè la cappella Medici, che dal 1859 ospita le sue spoglie e che dopo di lei passò di patronato ai Lenzoni.
Lo stesso Francesco Orazio dimostrò interesse per la basilica quando fece testamento e dispose il lascito di una lampada alla Madonna. Per le ridotte possibilità economiche degli eredi fu ‘trasformata’ in due candelieri, come ricorda la nota inedita di un manoscritto dell’archivio del convento qui sotto trascritta:

“19 agosto 1797
In questa mattina a ore nove circa fu portato due candellieri d'argento, per lascito fatto nel testamento dell'illustrissimo signore balì Francesco Orazio dei Medici del dì 12 ottobre 1790(?); che detto legato doveva farsi di una lampada per la somma di scudi 45 fiorentini, ma siccome questa lampada era senza dota, e dovendo restare spenta, dunque i padri fecero sapere alla suddetta casa Medici, che non essendo dotata la detta lampada, sarebbe stato meglio fare due candellieri compagni ai quattro della mensa, ma neppure questi non vollero fare, perché ci voleva 100 scudi per farli dell’istesso peso, sicché risolsero di farne due da tavola di peso libbre tre, e once 7 per l’istessa somma di scudi quaranta cinque, e questi devono servire per uso della cappella della SS. Annunziata, ed il custode del banco gli riscevé in consegna in sagrestia in presenza del molto reverendo padre priore, del dottore Civile del maestro di casa, del sagrestano padre maestro Silvestri e altri; e il testamento fu rogato dal messere Giovanni Fabbrini notaro pubblico fiorentino; priore al presente è il molto reverendo padre maestro Alessandro Piermei anno terzo e custode del banco è fra Giuseppe Vangucci” e gliene fecero la ricevuta”.

Impossibile trovare oggi i due candelieri. Fecero una brutta fine, ricordata da un paio di righe nello stretto spazio sotto la nota: “ma nel mese di maggio 1799 fu chiesto gli argenti dai francesi ed ebbero ancora i detti due candellieri”.

Paola Ircani Menichini, 10 marzo 2023.
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